Marcello: Nicola Marcello chiede sostegno per le scuole paritarie
23 aprile 2020
"Istituzione di un fondo Comunale e Regionale a sostegno del mancato versamento delle rette da parte delle famiglie in difficoltà accertata" oltre a "un abbattimento e non solo un rinvio dei tributi comunali per le scuole paritarie". Sono queste le richieste contenute in una interrogazione del consigliere comunale di Rimini Nicola Marcello sul tema delle scuole paritarie.
La legge 62 del 2000 (sostenuta, promossa e fatta diventare tale dall’impegno in prima persona di un ministro di sinistra, Luigi Berlinguer) ha stabilito che le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Per gli alunni, la regolare frequenza della scuola paritaria costituisce l’assolvimento dell'obbligo di istruzione.
Il riconoscimento della parità garantisce: l'equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti, le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato, l'abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali.
La stessa legge dispone che, per godere dello “status di paritarietà”, le scuole non statali devono sottostare, da parte delle Istituzioni, ad un sistema di controlli e verifiche (tante!) ed in primis all’abilitazione dei docenti da parte del MIUR. (analogamente a quelli delle scuole di Stato).
La legge non fa altro che mettere in pratica il principio sancito dall’articolo 33 della Costituzione, ovvero la libertà d’educazione. Se è vero, come penso, che il primo soggetto educativo sia la famiglia, ad essa deve competere anche la scelta della scuola e dell’indirizzo didattico ed educativo da offrire ai propri figli secondo sensibilità, valori percepiti, ed a volte anche, purtroppo, motivi di opportunità quali tempo pieno o la vicinanza da casa.
Il legislatore aveva garantito, sin dal sorgere della Repubblica il diritto alla libertà d’educazione. Per tale motivo, già da decenni, prima che la legge sulla parità scolastica entrasse in vigore, in tutta Italia, nella nostra Regione e soprattutto nella nostra Città sono fiorite esperienze educative promosse da soggetti privati, gruppi di famiglie, ordini religiosi e realtà associative laiche. Nel panorama riminese troviamo le scuole Karis, il CEIS, le scuole delle Maestre Pie, il Sant’Onofrio e tante altre bellissime ed utili realtà a tutti i livelli, dai nidi, all’infanzia, alle superiori che, complessivamente, accolgono in Provincia oltre 7000 utenti .
Rilevato che questi studenti e le loro famiglie, nella nostra Regione, anche in assenza di pandemia, non sono stati trattati come avrebbero dovuto, in contro-tendenza a quanto avviene in tutta Europa, Grecia esclusa.
Appurato che
- da una serie di studi economici anche recenti (cfr. studio realizzato dagli economisti di Civicum con Deloitte, Corriere della Sera 23.09.2018) – lo Stato e le Regioni spendono per la scuola paritaria, in media e complessivamente, 480 euro annui ad alunno a fronte di circa 10.000 euro per uno della scuola pubblica e che questo surplus di costi grava sulle spalle delle famiglie che hanno deciso di avvalersene e ciò non può essere sorvolato con la futile ed opportunistica giustificazione che trattasi di scuole elitarie senza considerare che paradossalmente con le “ paritarie” la collettività ( Stato, Regioni e Comuni) ci risparmia e non poco .
- da un incontro di alcune sigle sindacali del settore con il Vice-Presidente della Regione E.R. veniva ignorata del tutto la problematica, tanto da chiedere un ulteriore appuntamento al Presidente Bonaccini ( il meno a sinistra di tutti!)
Considerato che
- in assenza sussidi ed interventi straordinari statali, regionali e locali la maggior parte di queste strutture “private” dai nidi fino alle superiori a settembre non saranno in grado di riaprire, facendo già sforzi immagini nel sostenere la didattica on-line fino a giugno.
- i costi per la comunità sarebbero da capogiro qualora tutta la didattica privata venisse meno, anche in parte, nella nostra Città e nella nostra Provincia , oltre a non avere spazi pubblici idonei per l’accoglienza
- le “persone” e soprattutto i più piccoli vengono prima degli altri e che l’assistenza e l’istruzione sono beni non derogabili né negoziabili
Rilevato che:
1. Da indagini nazionali a seguito della pandemia e quindi la susseguente catastrofe economica con impossibilità delle famiglie a sostenere le rette circa il 30% delle scuole paritarie non riaprirebbero.
2. In sede di emanazione del decreto “ Cura Italia” alcuni emendamenti di Fi e Fdi tesi ad istituire un fondo straordinario per coprire il mancato versamento delle rette e dare la possibilità a queste scuole di accedere ad un credito di imposta del 60% per gli affitti che devono pagare sono stati bocciati e non sostituiti da altre norme paritetiche
3. Di dare ossigeno alle “scuole e nidi paritari ” se ne parla ancora poco e male.
Chiedo
1. L’istituzione di un fondo Comunale e Regionale a sostegno del mancato versamento delle rette da parte delle famiglie in difficoltà accertata.
2. L’accesso di questo Comune ai fondi FSE e FEG ( fondo europeo per la globalizzazione) per il sostegno scolastico in casi eccezionali.
3. La richiesta al Governo per una defiscalizzazione immediata a favore degli Enti scolastici che riusciranno a rimanere e delle famiglie che riusciranno a pagare le rette.
4. Un abbattimento e non solo un rinvio dei tributi comunali per le scuole paritarie.
> Guarda su Geronimo.news